Brianzecum

aprile 6, 2015

IL TRIDUO PASQUALE

Filed under: 2) dialogo interreligioso — brianzecum @ 8:01 am

di Piero Stefani*

Natale ci ricorda una nascita, tutti la possono capire; sia pure nella sua eccezionalità, quella festa evoca un’esperienza che riguarda ognuno di noi in prima persona. Se siamo qui siamo nati. Il triduo pasquale ricorda un congedo e una morte drammatica, anche di ciò abbiamo esperienza, ma meno diretta: riguarda altri, non noi stessi. Sappiamo che altri sono morti e a volte in modo violento e atroce. Se siamo qui però noi non siamo morti. Al centro di quei tre giorni santi c’è il sabato: esso fa memoria di una tomba piena; anche di ciò sappiamo ma rispetto ad altri i quali, lungi dall’essere stati degli estranei, furono a volte a noi molto prossimi. La domenica celebra una tomba vuota; è tale non già perché è stata violata, ma perché chi vi giaceva è passato («pasqua, passaggio») a una forma di vita nuova e più piena. Di ciò i nostri occhi, i nostri orecchi, le nostre mani non ci dicono nulla. Se ne sappiamo qualcosa, se ne abbiamo una qualche esperienza è solo in virtù della luce e dell’oscurità della fede. Ecco perché la Pasqua è la più vera e, per certi aspetti, l’unica festa cristiana. Se assunta nel suo significato più profondo ci consegna a una forma di vita differita – «non vivo più io, ma Cristo vive in me» (Gal 2,20) – incompatibile con i ritmi e i riti di questo mondo. La Pasqua è la festa più vera, ma anche la più esigente. Essa può essere celebrata fino infondo solo quando, in proprio, si passa dalla morte alla vita.

*Il pensiero della settimana, n. 516, fonte: http://pierostefani.myblog.it/2015/04/04/516-il-triduo-pasquale-05-04-2015/

Scorcio Engadina

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